A.M.P. Portofino


L’Area Marina Protetta di Portofino è stata istituita il 26 aprile 1999 e si estende attorno all’omonimo promontorio, tra i comuni di Camogli, Portofino e S. Margherita Ligure. Clicca sul logo per accedere al sito istituzionale e trovare tutte le informazioni.

Il profilo della costa, praticamente privo di costruzioni e strutture salvo piccole edificazioni di valore anche storico si presenta perlopiù selvaggio e offre una vista spettacolare al navigante con le sue pareti alberate o rocciose, ripide o dolci che affondano nel mare e le insenature con la vegetazione che lambisce il mare.

Al centro, nell’insenatura maggiore, come incastonato, si trova il borgo di S.Fruttuoso di Camogli con l’abbazia, l’imbarcadero, poche case di pescatori e la piccolissima spiaggia di ciottoli, meta di molti turisti.

L’area è gestita da un consorzio formato da: Città Metropolitana di Genova, Comune di Camogli, Comune di Portofino, Comune di Santa Margherita Ligure, Università degli Studi di Genova.  L’A.M.P. Portofino, come tutte le aree marine protette italiane, è suddivisa in tre zone: A (riserva integrale), B (riserva generale) e C (riserva parziale). Le diverse zone presentano diverse regole e modalità di accesso e fruizione. L’accesso in Zona A è assolutamente vietato a chiunque, con alcun mezzo, salvo speciali autorizzazioni a scopo scientifico o naturalistico.

 

Dal punto di vista subacqueo, 20 anni di regolamentazione hanno contribuito al ripopolamento di molte specie animali e vegetali di questo tratto meraviglioso della nostra costa e ne fanno oggi uno dei più bei siti di immersione del Mediterraneo. I siti di immersione tra spostamenti di boe e cambi di nome sono ad oggi una ventina, distribuiti principalmente nella Zona B. 

Fanno eccezione Punta Chiappa Ponente (Porto Pidocchio) e il Cristo degli Abissi nel seno di S.Fruttuoso, che rientrano topograficamente nella Zona C.

Nell’immagine aerea sottostante trovi la posizione e una breve descrizione.

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Punta Chiappa Ponente (Porto Pidocchio)

Noi la chiamiamo anche “Acciuga point” 😉 
E’ un sito libero, in zona C.  Immersione spesso impiegata come “ripiego”  quando il mare è mosso (da quadrante sud – sudest)  offre una parete dolcemente digradante dove è possibile incontrare polpi, cernie, nudibranchi e, naturalmente, acciughe.

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Punta Chiappa levante (Grotta dei Gamberi)
Punto di immersione di interesse sia naturalistico che storico, a metà strada tra la zona B e la C. Al largo della punta Duilio Marcante trovò, nel 1959, alcuni resti romani a circa 50 metri di profondità. La Punta, ricca di massi e spaccature, è ricca di cernie, polpi e pesci di grosse dimensioni. A circa 37 metri di profondità si trova una caverna popolata da un gran numero di gamberetti da cui il nome grotta dei gamberi

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Punta della Targhetta
Una bella parete ad anfiteatro digrada tra massi sparsi su un fondo di circa 15 metri; da qui si prosegue verso levante, incontrando un masso sporgente sul fondo, quindi una costa rocciosa.  I molti massi e la parete offrono ai visitatori Gorgonie gialle e ampie colonie di Parazoanthus. Tra massi e fratture nella parete è possibile trovare corallo rosso, aragoste, musdee, gronghi e murene; si può anche assistere al passaggio di dentici.

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Secca dell’Isuela 
A circa 200 metri dalla costa di fronte a Punta Chiappa, la secca appare come un ampio panettone con il cappello che inizia a circa 16 metri di profondità per arrivare ai 50; per la posizione aperta è frequente incontrare corrente che può rendere l’immersione piuttosto difficoltosa. È comune incontrare cernie e dentici e in stagione estiva tonni e pesci luna; nelle spaccature lungo la parete, ricche di corallo rosso e di madrepore gialle, è possibile trovare polpi, aragoste e astici. Sul pianoro a 16 metri si trovano molte murene. Sul fondo abbonda la gorgonia rossa e, talvolta, è possibile incontrare gattucci vicino alle loro uova, posate sui suoi rami. Tra i massi del fondale si possono trovare rami di leptogorgia (famiglia delle Gorgonie) e la rara gorgonia verrucosa.

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Grotta dell’Eremita
Un’immersione di media difficoltà, che degrada a parete fino a raggiungere il fondale sabbioso a circa 30 metri di profondità. Andando verso il largo, tra le rocce, vi è abbondanza di corallo rosso, aragoste, gorgonie e murene.  Sulla parete tra i 10 e gli 8 metri i massi e la parete del promontorio creano una sorta di canyon con suggestivi passaggi e giochi di luce. Il nome deriva da una leggenda medievale che narra della presenza di un eremita nella profonda spaccatura nella parete del promontorio vicino alla superficie del mare

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Punta della Torretta 
Il sito prende il nome dalla vecchia torre che svetta sulla roccia di fronte al mare. Si presenta come parete, verticale prima (ricoperta di gorgonie con parecchi nudibranchi) e in seguito terrazzata prima di riprendere la discesa fino ai 39 metri di profondità. È ricca di gorgonie rosse ed è punto di passaggio per dentici e, talvolta, per i barracuda nei periodi caldi. Al di sotto del terrazzamento, tra le spaccature, sono abbondanti le colonie di corallo rosso.

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Punta dell’Indiano 
Immersione ideale per la pratica e per immersioni poco impegnative nello sviluppo a est, con profondità dai 20 ai 12 metri, dove una vecchia ancora con la sua catena riporta dalla parete alla cima di discesa. Il fondale è ricco di palle verdi, un’alga di forma circolare che assomiglia ad una palla depressa nella zona centrale. Più impegnativa lungo la parete a ovest del punto di discesa dove la profondità arriva a circa 45 metri dove si possono osservare bei coralli. Si possono incontrare giovani cernie, musdee e, talvolta, il gattuccio.

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Cristo degli abissi
La statua bronzea alta 2,5 metri rappresentante il Cristo orante, voluta da Duilio Marcante in memoria dell’amico Dario Gonzatti, fu posata per la prima volta nel 1954 e poi riposizionata nel 2004 dove si trova ora, a circa 15 metri di profondità nella baia di San Fruttuoso. E’ facilmente accessibile da qualsiasi subacqueo e da molti apneisti. La zona è ricca di stelle marine rosse e di fauna bentonica. Immersione facile ma molto suggestiva. Comune l’incontro con castagnole, salpe e saraghi; meno frequente con cernie e dentici, più raro ancora con balestra mediterraneo.

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Dragone 
L’immersione è caratterizzata da una grande parete rocciosa che entra in mare; si attraversa una spaccatura che porta da circa 15 metri di profondità a 24 metri, per poi digradare a parete. Proseguendo verso levante si incontrano  massi sparsi che rendono il paesaggio vario e ricco di piccoli anfratti. La zona è ricca di coralli, spugne, cernie, dentici e margherite di mare.

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La Colombara
Il sito è caratterizzato da un anfiteatro a basso fondale cosparso di massi, adatto per tutti i subacquei che prosegue a levante con una parete che scende fino a circa 40 metri. Qui si trova una caverna molto suggestiva. Al ritorno risalendo si può percorrere una breve galleria inclinata tra i 24 e i 20 metri. Nella parte bassa del sito, a circa 7 metri, nascosto da un masso si trova accesso a un’altra caverna, molto suggestiva e nota per un camino che sbuca in superficie in una piccola cavità del Promontorio (il passaggio è possibile solo in condizioni di mare calmo e per piccoli gruppi). Ricca di pesce come dentici cernie e salpe.

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Secca Gonzatti o Secca della Carega
La secca Gonzatti (dal nome di Dario Gonzatti, uno dei pionieri della subacquea italiana) è uno scoglio parzialmente staccato dal monte che, dal cappello a 4 metri di profondità circa, scende fino ai 50 sul lato esterno e 20 su quello verso il Promontorio formando qui un piccolo canyon. Zona di caccia per i dentici, spesso offre incontri con cernie, barracuda, scorfani, saraghi; molto belli anche le gorgonie e i coralli. Considerata da molti una delle più belle immersioni per la quantità di pesce che vi si trova spesso vicino alla superficie, la secca è un sito adatto a sub di ogni livello. 

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Targa Gonzatti 
L’immersione, possibile fino ai 20 metri verso la costa e a 34 dall’altro lato, è ricca di corallo e di murene, cosi come di gorgonia rossa.

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Andrea Ghisotti (ex Scoglio del Raviolo) 
Consiste in una parete affiorante che scende in mare fino a 15 metri di profondità; è ricoperta dalla gorgonia bianca e gialla in principio, poi da quella rossa. La presenza di madrepora arancione (prateria delle vacchette di mare), accompagnata da spugne e serpule, è segnalata all’interno di una delle due grotte che caratterizzano l’immersione. La seconda grotta, a 36 metri di profondità, è più ampia e ospita spesso astici e gronghi.

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Testa del Leone 
La Testa del Leone consiste in una parete rocciosa che digrada fino a una prima spianata a 20 metri circa e poi fino a 40 metri di profondità in mezzo a branchi di castagnole rosse.  A 9 metri si trova una grotta con una sorgiva di acqua dolce sottomarina, particolare per l’effetto ottico di rifrazione che dona all’acqua (alloclino). Oltre i 30 metri, zona da prediligere per l’immersione, fanno da padroni gronghi, musdee e cernie.

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Scoglio del Diamante
Tra i 10 e 40 metri si trovano grandi massi, che ospitano gorgonie rosse, cernie e mustelle. Deve il suo nome ad un grosso masso situato intorno ai 40 metri ricoperto di gorgonie pieno di anfratti dove le aragoste la fanno da padrone.

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Relitto Mohawk Deer
Nave da carico di origine canadese affondata nel 1967. Il relitto si trova ad una profondità tra i 18 e i 42 metri, se osservato dall’esterno non presenta difficoltà; si può anche visitare all’interno con la possibilità di uscire ogni 3 metri in quanto lo scafo è aperto a formare un tunnel percorribile senza troppe difficoltà. Sul pianoro circostante i resti delle lamiere formano tane e buchi per murene e cernie oltre a numerosi saraghi e salpe.

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Altare 
Una delle immersioni ad elevato interesse naturalistico della Riserva. L’immersione è caratterizzata da due roccioni che ricordano pinnacoli a circa 20 metri, sulla cigliata di una parete che scende verticalmente fino a 45 metri, ricoperta di gorgonie. La parete è piena di anfratti dove nudibranchi e murene trovano casa. Non manca il corallo rosso e  sono frequenti aragoste, cernie brune; le gorgonie sono visibili talvolta anche limitandosi ad un’immersione meno profonda.

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Punta Vessinaro
Una franata sassosa si estende fino a oltre 50 metri di profondità, dove si trovano rami di leptogorgia. Il resto dell’immersione è caratterizzato da triglie e bavose, assieme a rami di gorgonia bianca e gialla.

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Casa del Sindaco 
Pianoro sul 15 metri ricoperto di alghe e delimitato da un franata di massi che finisce su una scarpata intorno ai 30 metri. Presenti cernie dentici nonché musdee e gorgonie rosse.

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Liscia (ex Chiesa di S.Giorgio)
Dalla costa rocciosa vicino alla parete si scende fino ai 30 metri tra grotte e anfratti, in cui si trova gran varietà di pesce. Nella zona si trova anche una ampia grotta, a circa 10 metri di profondità molto suggestiva ma pericolosa se il mare non è buono. NOTA: quest’ultima parte dell’immersione, a causa del pericolo che rappresenta, non si fa più; l’ormeggio originale è stato rimosso e spostato più a ovest, pur senza nulla togliere alla bellezza del sito.

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Faro 
Una delle immersioni più impegnative della zona, per via delle forti correnti che spesso l’interessano e per via del punto di ormeggio posto proprio sull’angolo del promontorio. Nella zona è frequente l’avvistamento di cernie, ricciole, dentici, corvine e tonni.  Caratterizzata da anfratti molto suggestivi e da panorami mozzafiato quando ci si ferma a vedere il passaggio dei vari pesci.

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Solo immersione diurna

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Immersione diurna e notturna